Descrizione
Il filosofo Zygmunt Bauman ha detto che "i confini dividono lo spazio; ma non sono pure e semplici barriere. Sono anche interfacce tra i luoghi che separano". Il confine settentrionale italiano non fa eccezione in questo senso. È linea di separazione ma allo stesso tempo è sempre stato luogo di passaggio, di incontro-scontro tra uomini, lingue, culture e tradizioni. Allo stesso tempo si presenta come un confine duplice per storia e realtà attuale, diviso, come è sempre stato e come è ancora, tra due mondi, quello della Confederazione elvetica e quello dell'Austria nelle sue diverse forme. Inoltre, lo studio del confine settentrionale italiano obbliga a confrontarsi con due ordini di problemi: l'esistenza, o meno, delle frontiere naturali, poiché le Alpi per secoli più che separare unirono le popolazioni di montagna in quanto luoghi di incontro, scambio, comunicazione; e l'esistenza, questa indubbia, di frontiere linguistiche che hanno inciso anche nel processo di costruzione degli Stati e nella quotidianità di queste aree culturali. In questo libro Roberto Roveda e Michele Pellegrini provano a indagare le peculiarità del confine settentrionale, partendo dalla sua storia più antica fino ad arrivare ai giorni nostri, e cercando di mettere in risalto il processo di formazione della linea di confine, le sue trasformazioni ma anche le sue caratteristiche durature nel tempo. Prefazione di Fabrizio Panzera.
Dettagli
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Michele Pellegrini, Roberto Roveda, Pellegrini Michele
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Oltre Edizioni
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Passato prossimo
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2018
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14 maggio 2018
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430 p.
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ITA
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9788899932251