Le menti prigioniere. Letteratura e dissenso nella Russia sovietica

di Celenza Franco, Franco Celenza | Morellini 2016

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Descrizione

Preceduti da un ampio saggio introduttivo a cura di Cesare Milanese, in nove capitoli Franco Celenza analizza i rapporti inconciliabili tra letteratura e totalitarismo. La dissidenza degli scrittori sovietici, più che di tipo politico, fu una testimonianza di libertà delle menti contro una letteratura di partito che proibiva il non conformismo e accusava gli scrittori di eresia nei confronti del realismo sovietico degli artisti "in uniforme". La dissidenza degli scrittori sovietici nasce con una vasta letteratura clandestina, diffusa attraverso il samizdat e il tamizdat, nell'Occidente libero dove furono conosciuti gli autori proibiti dal regime: Pasternak, Brodskij, Havel, Solzenicyn, Salamov, Grossman, Koestler, Milosz, Bukovskij e tanti altri, a cui il volume dedica una densa appendice dedicata ai personaggi che si opposero al totalitarismo sovietico, testimoniando l'universo concentrazionario dei gulag stalinisti e la nuova "malattia mentale" costituita dall'opposizione al regime e punita con gli ospedali psichiatrici. Lo scrittore Carlo Alfieri, al nono capitolo, contribuisce con una testimonianza letteraria sulla diaspora degli intellettuali russi tra le due guerre mondiali.

Dettagli

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  • Celenza Franco, Franco Celenza
  • Morellini
  • Fuori collana
  • 2016
  • In commercio dal:
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  • EAN:
  • 25 febbraio 2016
  • 134 p.
  • ITA
  • 9788862984119

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