Descrizione
"Di quel rilievo che inganna la vista, ne è così partecipe la pittura..." Galileo con queste parole illustra i valori tattili della pittura, dove l'occhio, ingannato dal vivido realismo delle immagini, si comporta come una mano, confondendo l'intelletto. Tale inganno suscita sensazioni legate a doppio filo alla nostra capacità empatica e alla percezione del corpo, portando ad interrogarsi sulla portata illusionistica dell'arte. Il senso del tatto, considerato per secoli un senso minore e grossolano ai fini della conoscenza estetica, ha in realtà una storia affascinante, strettamente legata alla cognizione, alla memoria individuale e di conseguenza al nostro stesso linguaggio. Il testo presenta come un caleidoscopio i legami tra tatto e vista, alla ricerca delle descrizioni sinestetiche nella storia della filosofia, nella narrativa mitologica e nel cristianesimo, insinuandosi nelle contraddizioni delle ideologie preponderanti. Dai primi studi aristotelici sulle percezioni simultanee alle descrizioni delle esperienze estatiche trecentesche di sante, beate ed eremiti, si susseguono ragionamenti e racconti di chi si interrogò su questa curiosa percezione sinestetica. Nell'orizzonte cristiano il senso del tatto si legherà a doppio filo al fardello psicologico del senso di colpa, inaugurando così la negazione del corpo e la conseguente creazione di un prorompente immaginario denso di sensazioni corporali.
Dettagli
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Angelica Polverini
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Mimesis
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Filosofie
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2010
- In commercio dal:
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- EAN:
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8 ottobre 2010
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193 p.
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ITA
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9788857502847