Dante giurista? Sondaggi nella Divina Commedia

di Daniela Bianchini Jesurum | Giappichelli 2014

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Descrizione

La storia di Dante - come poeta, come intellettuale e come uomo politico - si mostra agli occhi di chi la studia come una continua e speranzosa ricerca della giustizia e della pace fra gli uomini. Si tratta di un'idea di giustizia che affonda le sue radici negli insegnamenti evangelici, in quanto strettamente unita alla carità, ossia al punto più alto a cui arriva l'amore. Dal concetto di giustizia come nemica della cupidigia, Dante ha ricavato un concetto di diritto inteso essenzialmente come strumento per raggiungere il bene comune, come quel "rapporto reale e personale fra uomo e uomo che, mantenuto, mantiene la società umana, e corrotto, la corrompe". Diritto e giustizia, nel pensiero dell'Alighieri, sono naturalmente inscindibili ed entrambi sono manifestazione della volontà divina. Attraverso la Commedia, inoltre, il poeta pronuncia un'energica esortazione a ritrovare l'unità e la carità, nel superamento delle divisioni, dei dissidi, dell'invidia e della sopraffazione. Nel volume, dopo una contestualizzazione storica e culturale della figura e dell'opera dantesca, si apre una riflessione sul tema della giustizia in rapporto al diritto, alla politica, alla religione e alla teologia, con lo scopo ultimo di spiegare e mettere in risalto il pensiero giuridico dell'Alighieri, pienamente comprensibile soltanto alla luce di un'analisi che tenga conto della profonda religiosità e dell'autentica fede del poeta, come professata nel canto XXIV del Paradiso.

Dettagli

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  • 1 marzo 2014
  • 173 p.
  • ITA
  • 9788834879429

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