Leggi tradotte della Repubblica popolare cinese. Ediz. italiana e cinese

AA.VV. | Giappichelli 2014

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Descrizione

Il Decreto 6 aprile 1902, alla fine del periodo Qing, avviò in Cina un rinnovamento della legislazione, con l'invio di Shen Jiaben, noto giurista e storico del diritto, e Wu Tingfang in Inghilterra, Perù, Spagna e USA, a "esaminare le leggi dei Paesi stranieri": la Cina aveva deciso di aprirsi al dialogo con i grandi sistemi giuridici ed alla ricezione di quanto, di essi, avrebbe considerato buono. Ne scaturì l'orientamento a far proprio il sistema giuridico del diritto romano, come era già accaduto per il Giappone; fu promulgato il primo Codice civile cinese, in cui è riconoscibile un'attenzione privilegiata per i codici civili francese e tedesco. La Repubblica Popolare Cinese ha confermato l'appartenenza al sistema giuridico romanistico, sensibile a quella specifica innovazione di esso che veniva compiuta nell'Unione Sovietica, a Mosca, Terza Roma, e negli altri Paesi socialisti europei, con l'elaborazione di un sottosistema del sistema romanistico. Dopo Un periodo del "nichilismo giuridico" (1958-1977), con gli anni '80, il diritto della RPC rinnova la sua appartenenza al sistema del diritto romano, considerato come "patrimonio comune dell'umanità" e vi affianca la considerazione di tutti i possibili contributi che possono derivare da qualsiasi esperienza giuridica per la costruzione del proprio ordinamento, di un grande Paese in profonda trasformazione.

Dettagli

  • Autore:
  • Editore:
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  • Anno edizione:
  • AA.VV.
  • Giappichelli
  • Sistema giur. rom. in Italia dir. cinese
  • 2014
  • In commercio dal:
  • Pagine:
  • Lingua:
  • EAN:
  • 1 luglio 2014
  • 147 p.
  • ITA
  • 9788834879795

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