Amomamma. Il carcere visto attraverso il tatuaggio

AA.VV. | Meltemi 2025

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Descrizione

Scrivere sulla propria pelle è una pratica che risale a migliaia di anni fa. Il volume indaga le caratteristiche di comunicazione, autodeterminazione ed esercizio di libertà legate a questa pratica, mettendone in luce - grazie a una pluralità di punti di vista - le implicazioni all'interno degli istituti penitenziari. Immergendosi nel mondo carcerario, il testo spiega innanzitutto perché per i detenuti - che vivono in una condizione di vulnerabilità e senza adeguate tutele che garantiscano loro sicurezza fisica, psicologica, esistenziale e giuridica - il tatuaggio ha un così elevato valore simbolico: l'immagine stampata sul corpo è l'unica forma tangibile che non può essere sottratta ai privati della libertà. Dopo aver descritto le fonti normative, le tecniche, gli strumenti utilizzati e alcuni aspetti sanitari, il libro affronta la questione della clandestinità, che rende il tatuaggio in carcere molto pericoloso: la direzione verso cui dovrebbero lavorare le istituzioni è quella della "riduzione del danno", sia fisico sia esistenziale. Amomamma invita dunque a riflettere su un fenomeno che riguarda la dignità umana e i diritti fondamentali dei detenuti, con l'ambizioso obiettivo di una convivenza sociale pacifica e inclusiva. Prefazione di Nichi Vendola. Premessa di Silvia Talini. Postfazione di Susanna Marietti.

Dettagli

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  • AA.VV.
  • Meltemi
  • Biblioteca/antropologia
  • 2025
  • In commercio dal:
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  • EAN:
  • 30 maggio 2025
  • 202 p.
  • ITA
  • 9791256152179

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